Questa mostra (e questo sito) si presentano con una peculiarità: il percorso è uno, ma i binari su cui si sviluppa sono due e solo all’apparenza paralleli, perché in realtà sono, alla fine, convergenti nella consapevolezza che al centro dell’interesse dell’uomo non può e non deve esserci che l’uomo stesso, valorizzato e illuminato dall’Amore che Dio mostra nei suoi riguardi. Qualsiasi altra cosa occupi il centro di questo interesse: l’economia, la politica, il dominio o il successo di singoli, gruppi o nazioni, può solo portare, l’umanità tutta, alla sofferenza e alla morte.

Sul binario rappresentato dai pannelli (a sviluppo orizzontale), si snoda tutto il discorso prima tecnologico, poi industriale e scientifico, contemplando aspetti geografici, storici, sociali dei materiali, della loro estrazione, trasporto e commercio, legati alla popolazione della Repubblica Democratica del Congo. Sull’altro binario, rappresentato dai totem (a sviluppo verticale), si susseguono una serie di riflessioni e citazioni, che poggiandosi sulla Sacra Scrittura e testi di scrittori, scienziati e politici, fianco a fianco dello sviluppo del percorso geografico-storico-sociale, cercano di illuminare le problematiche che il primo percorso presenta.

Fino all’epilogo, che ci mostra come solo un drastico cambio di prospettiva potrà portare, la nostra umanità sofferente, fuori dalla palude dello sfruttamento senza scrupoli dei popoli ricchi su quelli più poveri, dei potenti sui più deboli, dei violenti sugli inermi e indifesi. Il totem finale, che racconta la storia del colibrì, vuole essere un suggerimento ed un sostegno contro lo scoraggiamento che questo tipo di contemplazione della verità può addurre.